Sappiamo bene come sotto la parola generica di turismo si celino un numero quasi infinito di modalità diverse di viaggiare, soprattutto in relazione alle motivazioni che spingono a farlo. Rientrano a pieno titolo nel turismo, seppur parecchio diverse tra loro, fare le proprie vacanze al mare, visitare monumenti, percorrere a piedi il deserto, o la gita domenicale fuori porta per una bella mangiata, e tante altre ancora. Ma il Turismo del Gusto, quello legato all’eno-gastronomia, sembra prevalere decisamente sugli altri, tanto da essere diventato uno dei motori della crescita del turismo in generale, sia per i visitatori interni che per quelli provenienti dall’estero, se non altro per il semplice fatto che ogni tipo di viaggiatore prima o poi deve sedersi a tavola. A certificarlo ufficialmente, dati alla mano, è la 2° edizione del Rapporto sul Turismo Eno-gastronomico, redatto e presentato di recente sotto la supervisione scientifica della World Food Travel Association e l’Università di Bergamo.
Se nel 2017 gli italiani interessati alla buona tavola erano aumentati del 30 % rispetto all’anno precedente, nel 2018 l’incremento è stato del 45 %, con un aumento complessivo nell’ultimo triennio del 48 %. Il 98 % degli italiani intervistati ha dichiarato di aver partecipato ad una qualche iniziativa del settore, dove fosse previsto di gustare prodotti tipici, l’ 82 % di aver visitato un mercato alimentare, il 72 % di aver frequentato ristoranti o trattorie storiche. Grande interesse (62 %) sembra rivestire la visita a luoghi specializzati di produzione, con le aziende agricole di parecchio davanti a cantine e frantoi. Da ciò si può dedurre l’esistenza di ampi margini di crescita e le notevoli potenzialità per la valorizzazione dei territori rurali.
Identikit del Turista del Gusto: colto, buona posizione sociale ed economica, sensibile ai problemi dell’ambiente ed amante della natura, coniugato o in coppia, viaggia con famiglia al seguito, provengono da ogni latitudine, ma soprattutto dal Sud. Si possono dividere in due fasce d’età: Generazione X (nati dal 1965 al 1980) e Millenials (1981 – 1998). Tra i Millenials il 46 % ha viaggiato nell’ultimo anno per gustare cibi diversi. Le mete preferite per un soggiorno food & wine: Sicilia, Toscana ed Emilia-Romagna, tra le città Napoli, Roma e Firenze, all’estero Spagna e Francia, città estere Parigi, Barcellona e Madrid. Ad affermarsi risulta un nuovo concetto di paesaggio eno-gastronomico, comprendente cultura, persone, ambiente attività e prodotti tipici, elementi in base ai quali scegliere poi le mete di viaggio. Insomma il gusto come elemento chiave per la crescita del turismo.
Nello scorso anno i turisti stranieri in visita in Italia hanno speso qualcosa come 41,5 miliardi di euro, in crescita del 6,1 % rispetto all’anno precedente, mentre gli italiani all’estero hanno speso 25.568 milioni, con un incremento del 4,1 % ed un saldo attivo di 15.981 milioni. Nel 2018 i turisti stranieri in Italia sono stati 93,8 milioni, contro 90,6 nel 2017, di cui 61,9 hanno effettuato almeno un pernottamento; i viaggiatori italiani all’estero sono stati 65,7 milioni, di cui 33,6 con pernottamenti.
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