Tra le arterie più scenografiche ed eleganti della Rive Droite, Boulevard Haussmann racconta l’eleganza urbana della Parigi ottocentesca. Tracciato durante i grandi lavori di trasformazione voluti dal barone Haussmann dal 1857, durante il Secondo Impero sotto Napoleone III, oggi è un viale vivace, segnato dal ritmo dei grandi magazzini, delle sedi bancarie e degli hotel di charme. Fra traffico, linee di autobus e facciate haussmanniane impeccabili, si apre all’improvviso la mole eclettica della chiesa di Saint-Augustin, un monumento storico curioso e imponente, costruito in quegli stessi anni, con cupola e struttura di ferro che guarda al Sacré-Cœur e alla Madeleine, un angolo di spiritualità e silenzio in un boulevard che non si ferma mai, notevole anche dal punto di vista artistico.

Proseguendo con una breve passeggiata a piedi sul boulevard in direzione dell’Arc de Triomphe, nel cuore elegante dell’VIII arrondissement di Parigi e a pochi passi dal polmone verde di Parc Monceau, sulla destra si nota un edificio classico con un piccolo ingresso riservato e non molto appariscente: è il Museo Jacquemart-André, che rappresenta uno dei più raffinati esempi di dimora aristocratica trasformata in museo. Inaugurato nel 1913, dopo la morte della proprietaria Nélie Jacquemart, conserva intatta l’atmosfera di fine Ottocento e la passione collezionistica che caratterizzò la vita sua e del marito, il ricco banchiere Édouard André. L’ingresso scenografico della dimora non è sul viale, ma sul retro, con un piccolo parco e una fontana, dove un tempo si arrivava in carrozza.

Il palazzo fu progettato dallo stesso architetto dell’Opéra Garnier, Henri Parent, ed è un monumento alla vita dell’alta borghesia parigina del Secondo Impero. Al suo interno, tra stucchi, arazzi e mobili originali, si susseguono sale private e pubbliche, ciascuna con funzione specifica: la sala da musica, la biblioteca, la sala dei ricevimenti. Le collezioni esposte di questo museo privato, ma molto noto al pubblico internazionale di visitatori appassionati di arte, includono dipinti francesi del XVIII secolo, porcellane di Sèvres e, soprattutto, una delle più importanti raccolte d’arte italiana in Francia, frutto di numerosi viaggi dei due coniugi nella penisola. Il forte legame fin dall’origine con l’Italia è testimoniato ancora dagli stretti legami con la compagnia francese del Gruppo Generali, che da qualche tempo è a fianco del museo per manifestazioni e mostre.

Una casa con l’amore per l’arte
Il museo è gestito da Culturespaces, un’organizzazione francese che gestisce musei, monumenti e centri d’arte, con una forte specializzazione nelle mostre immersive digitali. Nata alla fine degli anni ’80, si è affermata come leader privato nella gestione di siti culturali in Francia: progetta e produce esposizioni digitali su larga scala, trasformando capolavori d’arte in esperienze coinvolgenti. Attraverso il suo Network des Lumières, gestisce luoghi iconici come l’Atelier des Lumières a Parigi, il Centro d’Arte Caumont a Aix-en-Provence e le Carrières des Lumières a Les Baux-de-Provence in un’antica cava di calcare, dove le enormi pareti rocciose fungono da schermi per proiezioni monumentali di opere d’arte accompagnate dalla musica. L’organizzazione s’impegna anche in programmi educativi, come Culture pour l’Enfance, per rendere l’arte accessibile a un pubblico più ampio.

Nelle sale del primo piano del museo, cui si accede con una scenografica scala tortile in marmo, tra le opere più rilevanti si segnalano capolavori di Botticelli, Mantegna, Uccello, Bellini e Tiepolo. Il percorso museale si snoda in modo cronologico e tematico, consentendo una lettura chiara dell’evoluzione del gusto e della strategia di acquisizione della coppia. Di particolare rilievo è naturalmente la galleria italiana, un ambiente illuminato e pensato per ospitare esclusivamente la collezione rinascimentale. La visita offre non solo l’occasione di ammirare una collezione d’arte privata di straordinaria qualità, ma anche di comprendere meglio lo stile di vita e le aspirazioni di un’élite culturale e finanziaria che ha profondamente segnato il volto della capitale francese. Un raffinato café interno, ospitato nell’ex sala da pranzo, finisce il percorso con vista sul giardino d’inverno, mantenendo intatto il legame tra arte, architettura e convivialità.

Alla scoperta di Artemisia
Fino al 14 luglio 2025 il Musée Jacquemart-André dedica quest’anno ad Artemisia Gentileschi un’originale mostra temporanea intitolata Artemisia: l’eroina dell’arte, che arricchisce le sale del piano nobile con una selezione di opere provenienti da musei e collezioni internazionali. Ampiamente pubblicizzata a Parigi, ma anche all’estero, questa esposizione rappresenta una delle più ampie retrospettive francesi mai dedicate alla pittrice romana dalla storia avventurosa, figura peraltro centrale di tutta la pittura barocca in Europa. Attraverso non meno di una trentina di dipinti, il percorso esplora l’intera parabola artistica di Artemisia, dagli esordi a Roma nell’atelier del padre Orazio fino agli anni maturi trascorsi tra Firenze, Napoli e Londra. Al centro della narrazione emerge il talento della pittrice nel declinare temi religiosi e mitologici con una sensibilità nuova, in cui la figura femminile acquista spesso un protagonismo inedito e assertivo, nonché la capacità di andare oltre le lezioni del padre, con cui ebbe un rapporto conflittuale ricomposto poi nella sua vecchiaia, quando appunto si recò a Londra per aiutarlo a completare la sua ultima opera.

Le sale del museo, già caratterizzate da un’ambientazione d’epoca che ben si presta all’arte seicentesca, accolgono con naturalezza le tele di Artemisia, offrendo un ambiente raccolto e coerente. Tra le opere in mostra si segnalano le diverse versioni di Giuditta che decapita Oloferne, Susanna e i vecchioni e una rara Maria Maddalena penitente, esempio della sua capacità di coniugare pathos e introspezione psicologica. Un catalogo riccamente illustrato accompagna la mostra, con saggi di storici dell’arte internazionali che approfondiscono la situazione culturale e la fortuna critica dell’artista. Disponibile presso il bookshop del museo, rappresenta un utile strumento di lettura e approfondimento per il pubblico.

Un nuovo cinque stelle sul boulevard
Chi vuole soggiornare in un indirizzo prestigioso non lontano sul boulevard, deve scoprire il più recente degli hotel a cinque stelle parigini, aperto nel 2019, ma in realtà riaperto dopo il periodo di chiusura dovuto alla pandemia. Dal viale il suo ingresso, riservato e discreto, si nota appena con portone ad apertura automatica e un simpatico bovindo molto luminoso affacciato sul marciapiede, un angolo di relax e di accoglienza per gli ospiti in arrivo e in partenza. Così, nel cuore vibrante dell’VIII arrondissement, al numero 99 di boulevard Haussmann, si trova l’Hotel Bowmann, una dichiarazione d’amore per la città da parte di una proprietà francese che ha trasformato un palazzo storico dalla facciata pulita in pieno stile haussmanniano, in precedenza un elegante edificio di civile abitazione, in un nuovo boutique hotel che incarna la fusione tra il fascino parigino del XIX secolo e l’innovazione del XXI. Con quarantotto camere, cinque suite, otto junior suite e una grande penthouse, l’hotel accoglie i suoi ospiti, in prevalenza internazionali, con tanti americani, ma anche brasiliani, in ambienti che reinterpretano con gusto l’eredità dell’appartamento tipico parigino: delicati parquet, camini di marmo, stucchi, specchi monumentali e arredi su misura firmati da artigiani francesi di eccellenza come la Maison Charles. Ogni piano ha una firma cromatica diversa che rende unico ogni soggiorno: champagne, rosa cipria, rosso regale, bianco immacolato.

Dietro la facciata in pietra il direttore Thierry Pecorella, l’architetto Olivier Billiotte e il decoratore Laurent Maugoust hanno disegnato uno spazio armonioso, dove proporzioni, luce naturale e materiali nobili raccontano una raffinatezza senza tempo. Questo fa da contrasto alle più moderne tecnologie adottate nelle camere: check-in digitale, accesso via app, televisori-specchio, interfacce smart bagni con water giapponesi con programmazione che lascia sorpresi i clienti italiani. Ogni dettaglio è pensato per il comfort contemporaneo, come le sale da bagno rivestite in marmo di Carrara con vasche e docce anch’esse in stile giapponese. Il fiore all’occhiello è la Penthouse: 100 metri quadrati di lusso con terrazza privata e jacuzzi affacciata su Parigi e un panorama che spazia dal Sacré-Coeur su Montmartre alla Tour Eiffel sulla riva sinistra della Senna: all’interno, un letto extralarge e una sala da bagno con vasca freestanding completano l’esperienza da sogno. Per la ristorazione a piano terra a fianco dell’ingresso dell’hotel si apre il ristorante 99 Haussmann, gestito dallo chef lionese Charly Salierno: un viaggio gastronomico nel gusto francese, servito anche nel patio interno, angolo segreto immerso nel silenzio della città. In queste stesse sale, composte anche da un particolare angolo biblioteca, ogni mattina una colazione d’autore accoglie gli ospiti tra succhi pressati a freddo, bevande calde, un ricco buffer e proposte di piatti espressi à la carte. Il Bar 99 è il punto d’incontro per parigini e viaggiatori: cocktail d’autore, liquori e soft drink preparati con gusto autenticamente francese e naturalmente tanto champagne. L’atmosfera è rilassata ma chic, ideale per serate informali o eventi privati, che trovano spazio anche nella terrazza panoramica. Per il relax il centro benessere Terraké dell’hotel al piano meno uno dispone di una piscina in marmo, jacuzzi, hammam dorato, sauna, pediluvi massaggianti e trattamenti ispirati agli elementi primordiali. Completa l’offerta, la sala fitness Technogym e l’accoglienza su misura nelle due sale trattamenti.

Info su Parigi:
www.france.fr/it/
Musée Jacquemart-André
158 Boulevard Haussmann, Parigi (Francia)
Tel. 0033 1 45 62 11 59
www.musee-jacquemart-andre.com

Hotel Bowmann
Boulevard Haussmann 99, Parigi(Francia)
Tel. 0033 1 40080010
www.hotelbowmannparis.com
Testo/Leonardo Felician – Foto/Cynthia Beccari – foto d’apertura La facciata del museo sul retro, copyright museo