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Homepage > CULTURA > MOSTRE > Tutti Capitan Achab per osservare le Moby Dick liguri
giugno 19, 2017  |  By Pietro Tarallo In CULTURA, NATURA/SCIENZA

Tutti Capitan Achab per osservare le Moby Dick liguri

473 Santuario internazionale dei cetacei Pelagos

I grandi mammiferi del mare Mediterraneo e degli oceani hanno scelto di vivere nel Mar Ligure, ed esattamente in quell’area marina protetta chiamata “Santuario dei mammiferi marini Pelagos”, che si estende tra Italia, Corsica, Francia e Principato di Monaco per 87.500 kmq.  Qui sono di casa tursiopi, grampi, stenelle striate (oltre 38.000), zifi (circa 100), capodogli (circa 100), globicefali e esemplari di balenottera comune (circa 400), lunga fino a 22 m e pesante fino a 70 t., che qui vivono tutto l’anno e si riproducono. Emozioni assicurate. Infatti, muniti di binocolo e pazienza, li si avvista abbastanza facilmente, con una percentuale fino al 98%, se ci si affida a persone esperte. Ecco come.

Alassio, Isola Gallinara
Alassio, Isola Gallinara

Nel porticciolo turistico di Alassio ci si imbarca su una delle confortevoli barche del Mola Mola Dive Team (Porto Luca Ferrari 4, Alassio (SV), Molo H posto 1, cell. 3288454299 – 3336965090, www.molamoladiveteam.com) e spingersi al largo, oltre l’Isola Gallinara che appartiene alla Riserva Naturale Regionale omonima. Ricoperta da odorosa macchia mediterranea, è una delle più grandi colonie di nidificazione di gabbiani reali del Mar Ligure. Vi sono anche esemplari di cormorani e sule. Furono i Romani a chiamarla così, perché vi trovarono numerosi esemplari di galline selvatiche. Nei suoi fondali vi sono molti relitti e manufatti risalenti al V secolo a.C., alcuni dei quali esposti al Museo Navale della vicina Albenga. Si può solo fare la circumnavigazione dell’isola, ma non sbarcarvi. Da tempo appartiene a privati, ma è disabitata, anche se vi sono costruzioni, in quanto mancano acqua, luce elettrica e rete fognaria.

Gianni Buse, comandante del Mola Mola con Alberto Balbi
Gianni Buse, comandante del Mola Mola con Alberto Balbi

Si prosegue oltre l’Isola Gallinara e ci si spinge così al largo nelle acque profonde del “Santuario dei mammiferi marini Pelagos”. A condurre la confortevole barca del Mola Mola Dive Team è il capitano Gianni Buse, coadiuvato da Alberto Balbi, ottimo fotografo. A bordo ci sono anche la biologa marina Barbara Nani e i suoi collaboratori e soci della Cooperativa Costa Balenae, Davide Ascheri e Elena Fontanesi, i quali spiegano dettagliatamente la vita dei grandi cetacei che popolano queste acque. “La Coperativa Costa Balenae è stata creata da me e da altri biologi marini e naturalisti”, spiega Barbara Nani, “nel 2014 a Imperia. Il nostro è un nuovo tipo di whale watching, in quanto vogliamo usare imbarcazioni piccole e soprattutto ecosostenibili non inquinanti, che possono accogliere un numero massimo di 50 persone. Si tratta di un progetto che ha bisogno di essere diffuso e conosciuto, per raccogliere i fondi necessari. Tutto questo nel rispetto degli animali e del loro habitat. Occorre prudenza e  molta attenzione nell’avvicinarli. Soprattutto quando si tratta delle balene comuni, che qui vivono tutto l’anno e si riproducono. In particolare quando allattano e allevano i loro piccoli, capaci di crescere di ben 100 kg il giorno. Si nutrono di krill, sorta di gamberetto che qui si trova in grande abbondanza, di cui sono ghiottissime. I capodogli mangiano grossi calamari che trovano fino a 1000 m di profondità”.

La bandiera del Mola Mola, Diving Team
La bandiera del Mola Mola, Diving Team

Emozionante risulta il loro avvistamento. In particolare degli esemplari di balenottera comune, che quando emerge lancia in aria uno spruzzo alto d’acqua simile a geyser. Salta e si inabissa. Dopo 8 minuti riemerge. La sua schiena lucida riflette bagliori iridescenti sotto i raggi del sole. Ancora un colpo di coda. Si vede perfettamente la sua pinna dorsale. Infine si immerge per l’ultima volta nella profondità del mare e scompare lasciando in superficie una sorta di impronta azzurra dove il mare si fa liscio come una tavola. “Tutto questo costituisce un patrimonio naturalistico inestimabile, che dobbiamo preservare e saper condividere senza provocare danni all’ambiente e agli animali. Rumori, ultrasuoni, inquinamento ambientale e acustico sono i peggiori nemici dei cetacei”, conclude Barbara Nani.

Testo/PietroTarallo – Foto/Massimo Bisceglie


 

 

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