site logo
  • ABOUT
    • CHI SIAMO
    • REDAZIONE
  • NEWS
  • TURISMO
    • ATTUALITA’
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
    • BENESSERE
    • ENOGASTRONOMIA
    • OSPITALITÀ
    • TRASPORTI
  • REPORTAGE
  • CULTURA
    • EVENTI
    • LIBRI
    • MOSTRE
    • NATURA – SCIENZA
    • STORIA – STORIE
  • TOUR OPERATOR
  • CONTATTI
Homepage > CULTURA > NATURA/SCIENZA > L’ età dell’oro in Frigia (Turchia)
novembre 21, 2018  |  By Michele Dalla Palma In NATURA/SCIENZA

L’ età dell’oro in Frigia (Turchia)

45 Abitazioni entro le falesie

Cammino sotto il sole implacabile dell’altipiano anatolico.  In questa terra contorta e plasmata da vulcani e terremoti, che in un tempo ormai remoto fu la leggendaria Frygia, a occupare ogni orizzonte sono vallette, spesso ingombre di rigogliosa vegetazione, circondate da imponenti strutture di roccia che sembrano non appartenere al racconto della realtà.  Arditi pinnacoli, solidi pilastri ed effimere torri paiono sfidare la gravità, alternandosi a imponenti strutture litiche plasmate da un folle scultore cosmico, usando il tempo e le intemperie.  Sagome di animali, figure antropomorfe, elementi geometrici tondeggianti, immense “uova” di roccia emergono, dal verde della boscaglia, o da improvvise distese di sabbia candida. Un paesaggio dove sono incisi, inequivocabili, i segni della leggenda e delle più intriganti mitologie.  Oggi le grandi autostrade che collegano ogni regione della Turchia, stato moderno nella forma ma arcaico nel cuore, corrono lontano da queste terre. Con grandi infrastrutture, superano lo spazio,  e valli e fiumi che un tempo erano invalicabili.  Ma non hanno ancora superato il tempo dei miti. Capaci di  sopravvivere, indisturbati, tra le rocce della Frygia.

Leoni di pietra, tempio di Aslantas
Leoni di pietra, tempio di Aslantas

Un viaggio nel tempo. Se potessimo salire in una capsula del tempo ed andare indietro, molto indietro, a quando ancora non c’era alcuna avvisaglia del mondo attuale, e dopo tre millenni di corsa nel passato sbarcassimo qui, nel cuore della Frygia, probabilmente non noteremmo differenze nel paesaggio che ci circonda ed è, da sempre, il vero protagonista di questi luoghi.  E camminando lungo sentieri che seguono piccoli corsi d’acqua, nel fondo delle valli, o tra immaginifiche “città di roccia” cercando la strada tra intricati labirinti di arenaria, troveremmo spontaneo intuire le tracce del passaggio di grandi eserciti e condottieri leggendari in grado di scrivere la storia della nostra civiltà.  Sto percorrendo l’antica Via Frygia, che dalle frontiere delle culture mediterranee portava verso le misteriose regioni d’Oriente. La stessa strada che a passo di marcia superarono le armate di Alessandro il Macedone, alla ricerca di Gordion, la mitologica capitale dell’Impero Frigio.

Colori dei terreni frigy
Colori dei terreni frigy

I guerrieri venuti dall’Est. Un cocktail di eventi archeostorici, in cui risulta impossibile distinguere i singoli elementi, fa risalire all’VIII secolo a.C. l’arrivo dei Frigi in Anatolia, probabilmente fuggitivi dalla catastrofe della città-regno di Troia, a tutti noti attraverso i poemi omerici. Ma altre tracce, se seguissimo le “storie” di Erodoto di Alicarnasso, ci portano verso i Balcani e la Tracia… difficile seguire ogni sentiero che gli antichi viaggiatori hanno tracciato in tempi dove era improbo narrare la realtà, però  è dato certo che queste zone dell’altipiano anatolico, come oggi tremila anni fa selvagge e scontrose, hanno rappresentato un punto strategico di connessione tra est e ovest del mondo antico, e qui si sono avvicendati, nella notte dei tempi, anche Assiri, Ittiti, e tutte le popolazioni che hanno scritto la storia tra il Tigri, l’Eufrate e la Mesopotamia.

Chiese rupestri bizantine
Chiese rupestri bizantine

Gordion e la leggenda di Re Mida. Non è il nome di un super-eroe di qualche moderna saga fumettistica, bensì la capitale di un grande regno che occupò, tra l’VIII e il IV secolo avanti Cristo, la maggior parte della regione  oggi conosciuta come Turchia.  Perfino Alessandro Magno fu attirato dal mito del “nodo gordiano”, probabilmente la più conosciuta tra le leggende scaturite da questi luoghi.  Gordion, fondatore della città e della dinastia dei Frigi, aveva fatto costruire un grande nodo di corde nella piazza principale, sfidando chiunque a scioglierlo e offrendo, a chi fosse riuscito nell’impresa, addirittura il governo del regno. Questa sfida, divenuta leggendaria tra tutte le popolazioni del Medio Oriente, non trovò alcun vincitore per secoli, fin quando il grande condottiero macedone, con assoluto pragmatismo, invece di perdere tempo a tentare di risolvere il rebus del nodo si limitò a tagliarlo in due con la sua spada, e questo, secondo le saghe narrate successivamente dagli aedi, gli aprì la strada verso la conquista dell’impero persiano.

Abitazioni entro le falesie
Abitazioni entro le falesie

Ma un’altra leggenda, forse ancora più radicata nella cultura antica, racconta di un re capace di trasformare, col semplice tocco delle sue mani, qualunque cosa in oro: Mida. Si racconta che il sovrano frigio avesse due grandi orecchie di asino, tenute nascoste sotto quello che diventerà un simbolo eterno, il caratteristico copricapo che tre millenni più tardi i rivoluzionari francesi useranno come emblema della nascita della Prima Repubblica transalpina.  Le orecchie rappresentavano la punizione inflitta a Mida dal dio Apollo, per aver assegnato la vittoria in una competizione musicale al fauno Pan invece che al dio stesso… ma l’astuto monarca aveva a sua volta imprigionato, dopo averlo fatto ubriacare, uno dei satiri del dio Dioniso, il quale in cambio della libertà regalò a Mida il leggendario “tocco d’oro”. Nei racconti storici, invece, al re frigio di attribuisce la fondazione della città di Ankyra,  oggi  capitale della Turchia.

Morfologie del paesaggio
Morfologie del paesaggio

Il culto di Cybele. Il grande rispetto nutrito dai Frigi per la Natura e i suoi fenomeni – sicuramente derivato dalla forza selvatica e primordiale posseduta da queste terre – diede vita ad un culto religioso che nella Natura aveva il suo fulcro vitale: Cybele, la Grande Dea Madre rappresentata dalla terra, simbolo di vitalità e fertilità, custode e protettrice degli ambienti naturali più oscuri e irraggiungibili come grotte e cime delle montagne, ma anche degli animali, in particolare i leoni e le api.  Il suo culto resisterà per tutta l’epoca antica, entrando con un posto di primaria importanza anche nella cosmogonia greca e romana, in cui la dea viene rappresentata con sembianze umane femminili e indossa un alto copricapo cilindrico e un velo che le copre il corpo.  In realtà, molto probabilmente la devozione a Cybele risale a molti secoli prima, perchè in queste regioni sono state trovate numerose statuette votive, alcune risalenti addirittura al 6000 a.C., che rappresentano figure femminili accompagnate da grandi felini – leopardi e pantere – nell’atto di partorire un bambino. Da questi culti ancestrali derivano probabilmente anche le figure mitologiche di Rea, divenuta Rhea madre delle divinità dell’Olimpo per i Cretesi, e Gaia per le popolazioni elleniche.

Morfologie del paesaggio
Morfologie del paesaggio

La civiltà delle rocce. Sicuramente la morfologia del territorio e delle muraglie naturali di pietra – facilmente lavorabili – ha dato vita ad architetture suggestive che hanno trasformato intere pareti rocciose in veri e propri “condomini” ante litteram, ma anche in monasteri e fortezze, i quali hanno resistito fino in epoca storica. Influenzati dalle grandi civiltà occidentali dei Balcani e della Grecia, i Frigi costruirono anche grandi città fortificate, imponenti edifici e grandi tombe monumentali. Oggi sono oltre 100 i tumuli censiti, tra cui spicca la “Tomba di Mida”.  Su un pavimento in mosaico veniva eretta una grande camera funeraria in tronchi massicci di cedro,  fino a costruire una “casa” in seguito  totalmente ricoperta da terra, argilla e pietre, formando vere e proprie colline. La più grande, attribuita a Mida, è alta oltre 50 metri con un diametro a terra di più di 300 metri; portata alla luce qualche decennio fa, con uno scavo orizzontale che ha raggiunto la camera funeraria, rappresenta la più antica costruzione in legno tuttora integra nella storia dell’umanità, con un’età di quasi 3000 anni !   Qualche archeologo ha definito l’architettura frigia come l’anello di congiunzione tra le piramidi egiziane, di cui i tumuli frigi ricordano la sagoma e la struttura, e le culture occidentali del Mediterraneo… sicuramente, osservando le “città di roccia” presenti in numerose falesie della regione, appare immediato fare dei collegamenti e similitudini con le necropoli etrusche che si trovano, perse e dimenticate nell’intrico di boschi e forre, tra Lazio e Toscana.

Morfologie del paesaggio
Morfologie del paesaggio

La musica degli dei. Ma l’arte in cui la civiltà frigia è stata determinante risulta probabilmente la musica…non a caso, Re Mida, il quale aveva appreso i segreti della melodia direttamente da Orfeo, fu chiamato come giudice nelle “sfide” che gli dei facevano tra loro e con i migliori musicisti umani. La tradizione musicale greca appare inscindibilmente connessa alla musica frigia, assimilata attraverso le colonie greche dell’Anatolia. E anche importanti strumenti musicali, come il flauto, anticamente  realizzato con corna di cervo scavate all’interno, sono un’invenzione della cultura frigia.

Raccolta del papavero da oppio
Raccolta del papavero da oppio

La “Via Frigia” Rappresenta, oggi, un affascinante itinerario escursionistico, lungo oltre 500 chilometri, che attraversa un ambiente naturale straordinario per le sue caratteristiche e in gran parte ancora incontaminato. Un trekking che si snoda tra le suggestive emergenze storiche di antiche civiltà e scenografie naturali a tratti grandiose, unendo antichi sentieri attraverso valli, gole e foreste, fornito di una moderna mappatura con punti gps e un’app dedicata. Il percorso è stato realizzato con l’intento di accompagnare gli escursionisti alla scoperta dell’anima più autentica della cultura frigia, realizzando un autentico “viaggio nel tempo” attraverso formazioni geologiche surreali, monumenti rupestri, ambienti naturali primordiali, e un variegato patrimonio umano di villaggi e culture rurali che affondano le radici in epoche remote.

Moschea di Ulu
Moschea di Ulu

I tre itinerari principali partono da punti diversi ma convergono su Yazilikaya, la leggendaria città del Re Mida:
Route 1 – inizia nella cittadina di Seydiler – provincia di Afyonkarahisar – ed è caratterizzata da importanti emergenze geologiche e magnifici siti storici. Lunga 140 chilometri, si unisce alla Route 2 nella Asamainler Saklı Vall (Asmainler Hidden Valley).
Route 2 – Con 147 chilometri tracciati entro i confini della provincia di Kütahya, questo percorso segue le zone più selvatiche della regione, con profonde valli di eccezionale bellezza, attraversando 16 antichi villaggi prima di convergere sulla città di Mida.
Route 3 – sviluppato nella provincia di Eskişehir, attraversa le zone della Frigia fuori delle colline, e differisce dai primi due perchè si svolge principalmente in piano, senza dislivelli. Il percorso, lungo 219 chilometri, conduce alla capitale dell’antica Frigia, Gordion, attraversando il bacino del fiume Sakarya, gli antichi insediamenti di Han, Başara, Arslanlı, e la storica città di Pessinunte.
Su queste direttrici principali si innestano 67 sentieri escursionistici locali, che attraversano 5 città e 44 villaggi; lungo i percorsi, escursionisti e cicloturisti possono trovare accoglienza e ospitalità in caratteristiche case private.

69 Persone
Info: www.kulturturizm.gov.tr – www.goturkey.com –  Turchia Ufficio Cultura e Informazioni,
www.turchia.it  –  turchia@turchia.it  –  tel. 06 48 71 190  –

Testo e foto Michele Dalla Palma


 

 

 

Print Friendly, PDF & Email
natura/scienza

Article by Michele Dalla Palma

Previous StoryA Londra sulle tracce di George Orwell
Next StoryDinosaur Invasion a Milano

Related Articles:

  • APERTURA INGRESSO BASSO NEL FOLTO DEL BOSCO - Foto G. Rivalta
    Andiamo “all’Inferno” ai piedi di San Marino
  • APERTURA
    Al maestro di potatura della vite Marco Simonit il premio Vinitaly International Innovation 2023

caterorie

  • ATTUALITA’ (82)
  • BENESSERE (69)
  • CULTURA (86)
  • ENOGASTRONOMIA (255)
  • EUROPA (59)
  • EVENTI (303)
  • ITALIA (85)
  • LIBRI (34)
  • MONDO (77)
  • MOSTRE (88)
  • NATURA/SCIENZA (65)
  • NEWS (122)
  • OSPITALITÀ (128)
  • REPORTAGE (73)
  • STORIA-STORIE (71)
  • TOUR OPERATOR (100)
  • TRASPORTI (46)
  • TURISMO (332)
  • Uncategorized (1)

cerca

archivi

facebook

facebook

instagram

instagram

registro della stampa

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano N°85 del 21 febbraio 2017

Direttore Editoriale
Anna Maria Arnesano
Via California 3
20144 Milano
am.arnesano@gmail.com
info@terreincognitemagazine.it

Direttore Responsabile
Anna Maria Arnesano
Co fondatore Giulio Badini
Via California 3
20144 Milano
arnesano1@interfree.it

Le immagini a corredo dei testi vengono a volte tratte da internet e da Google Immagini, i quali non sempre indicano correttamente i nomi degli autori o la presenza di copyright.
Qualora inavvertitamente avessimo inserito immagini violando dei diritti, preghiamo i diretti interessati di volercelo segnalare. A richiesta provvederemo a rimuovere subito l’immagine incriminata, oppure ad indicarne la corretta attribuzione. Grazie

latest posts

  • Eventi Nomadi, alla scoperta di storie, mondi, persone e culture maggio 12, 2025
  • Artistica Bruxelles maggio 9, 2025
  • Gourmet sull’altopiano del Renon e alle fermate del trenino maggio 7, 2025
  • Friuli Venezia Giulia, Via dei Sapori, 25 anni d’impegno e successi maggio 5, 2025
  • Olanda, un tesoro verde nel Cuore dei Paesi Bassi maggio 2, 2025

tags

anogastronomia attualità attuslità benessere cultura enogartronomia enogastronomia enogastronomia. italia enogatronomia enogatsronomia enpgastronomia europa eventi evento italia libri mondo mostre natura natura-scienza natura-storie natura/scienza news news. enogastronomia ogastronomia ospialità ospitalità ospitalià ospitaltà reportage repotage scienza storia storia-storie storia/storie tour operato tour operator tour operator. turismo trasport trasporti Ttualità turismo

libro

libro

Terre incognite: geografia per viaggiatori curiosi

Copyright © 2016-2017 Terreincognite Magazine, Tutti diritti riservati.