site logo
  • ABOUT
    • CHI SIAMO
    • REDAZIONE
  • NEWS
  • TURISMO
    • ATTUALITA’
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
    • BENESSERE
    • ENOGASTRONOMIA
    • OSPITALITÀ
    • TRASPORTI
  • REPORTAGE
  • CULTURA
    • EVENTI
    • LIBRI
    • MOSTRE
    • NATURA – SCIENZA
    • STORIA – STORIE
  • TOUR OPERATOR
  • CONTATTI
Homepage > CULTURA > MOSTRE > Chris Morin-Eitner: c’era una volta domani
maggio 20, 2020  |  By Olivia Cremascoli In CULTURA

Chris Morin-Eitner: c’era una volta domani

APERTURA-s

Il franco-tedesco Chris Morin-Eitner (Parigi, 1968), laureato in architettura e di professione fotografo e filmaker con studio a Montmartre (www.morin-eitner.com), nel 2012 ha iniziato quasi per hobby a creare fotografie ‘ricomposte’, degli ibridi che a prima vista paiono una sorta di foto-dipinti di sorprendente impatto visivo, i cui soggetti sono le grandi città cosmopolite del mondo (Venezia, Roma, Parigi, Londra, Mosca, Dubai, New York, Singapore, Hong Kong, Shanghai), improvvisamente abbandonate dall’uomo, di cui flora e fauna riacquistano il pieno governo, in una visione – spettacolare e spiazzante – di un immaginifico futuro distopico, che tramuta le metropoli in lussureggianti giungle tropicali.

Venezia, piazza San Marco, 2019
Venezia, piazza San Marco, 2019

Non è che Morin-Eitner – che si descrive come un “attivista poetico” – avesse letto le profezie della sensitiva Sylvia Browne, però s’è immaginato che, all’alba del XXI secolo, in seguito a un avvenimento di natura imprecisata, l’umanità si eclissasse dalle grandi capitali, lasciando che la natura riacquisisse in toto i suoi spazi. E’ riuscito cioè a preconizzare ciò che sta accadendo, un po’ ovunque, durante i confinamenti da Covid-19: nella laguna veneziana e triestina riappaiono i delfini, sui bordi della romana via Cassia i cinghiali e le volpi, tassi a Firenze, cicogne e fenicotteri nella periferia milanese, famiglie di anatre passeggiano impettite a Parigi, capre di montagna scendono nella cittadina balneare di LLandudno (Galles), cervi passeggiano davanti ai negozi a Nara (Giappone), un puma dalle montagne è sceso in centro a Santiago del Cile, alci vagano curiose tra i condominii di Alberta (Canada)… Certo, effetti anche del riscaldamento climatico, ma, soprattutto, delle inesistenti presenze umane, costrette dal virus a barricarsi tra le mura domestiche. Così, l’artista fotografo, che si definisce “un metropolitano che ama la natura, con voglia di riconnessione a qualcosa di più puro”, in questi tempi virali sta assurgendo a star internazionale, ricercatissimo grazie ai suoi emblematici spaccati di città di mezzo mondo, ricoperti da vegetazione tropicale e invasi da animali della savana (leoni, tigri, giaguari, zebre, giraffe, ampala, struzzi, pappagalli, farfalle, ecc.), insomma ‘punti di riferimento’ assoluti che si saturano solo grazie alla natura libera e selvaggia. Questo suo peregrino progetto artistico, intitolato Il était une fois demain/Once upon a time tomorrow

Dubai, lo skyline
Dubai, lo skyline

(C’era una volta domani), ha debuttato quando il fotografo, viaggiatore indefesso, s’è fatto ispirare da due suoi contigui viaggi: uno di piacere in Cambogia, dov’è rimasto colpito dalle rovine del complesso architettonico di Preah Khan e del tempio Ta-Prohm ad Angkor, in toto ricoperti di vegetazione e inestricabilmente legati alle loro radici fisiche; un secondo, per motivi professionali, a Dubai, megalopoli simbolo di una contemporaneità architettonico-ambientale a suo parere folle. Di conseguenza, la comparata visione di questi due siderali contrasti – il sublime antico e il nuovo fiammante – gli ha creato uno choc estetico che lo ha portato a creare un’opera paradossale, che a suo modo si pone però la questione del futuro delle città. Come afferma Morin-Eitner, “nessuna civiltà è eterna, e, ancor meno, una civilizzazione che è stata costruita sul dogma della crescita economica infinita, che è tra l’altro da mettersi in rapporto alle catastrofi ecologiche provocate dalla corsa al profitto”. Di conseguenza, “in un mondo globalizzato e iper-connesso, che solo a parole auspica allo sviluppo sostenibile, ma che ci propina invece un’obsolescenza programmata via paradisi fiscali, è giunto il tempo di riconnettersi in velocità alle nostre radici più profonde”. Così, oggi ci si augura che la pandemia abbia reso a tutti manifesta la necessità di ripensare al nostro modo di vivere in rapporto all’eco-sistema, e che, vista la brutale dominazione umana sulla natura, non si può di certo escludere – come afferma David Quammen, lo scrittore ora più letto al mondo grazie al suo Spillover – che “siamo stati noi a generare l’epidemia di Coronavirus. Potrebbe essere iniziata da un pipistrello in una grotta, ma è stata l’attività umana a scatenarla”, peraltro aggiungendo che, in futuro, la frequenza delle pandemie aumenterà, causa la crescente invasione, da parte dell’uomo, di ambienti naturali.

New York City, il ponte di Brooklyn
New York City, il ponte di Brooklyn

Tornando a Chris Morin-Eitner e alla personalissima ‘tecnica mista’ che ha messo a punto, c’è da specificare che ogni sua opera finale è costituita da un collage elettronico di decine di foto (all’incirca 50), ritagliate e/o sovrapposte, che ha lui stesso scattato, in giro per il mondo, a edifici, monumenti, alberi, fiori, animali, cieli, nuvole… Per ogni opera c’è un notevolissimo lavoro di composizione, che inizia partendo dalla scelta dell’emblematico soggetto della stessa – il ponte di Brooklyn piuttosto che la Piazza Rossa o il veneziano Palazzo Ducale – considerato dalla sua prospettiva, dalla sua struttura, dalla sua luce, dai suoi colori… Poi, in base all’ispirazione e a un schizzo preparatorio, viene fatta una selezione delle ulteriori immagini che entreranno nell’opera, che vengono in pratica rilavorate, dissezionandole e ricomponendole, insomma un lunghissimo lavoro tecnico di trattamento elettronico a computer.

Singapore, Super Tree of Life
Singapore, Super Tree of Life

Nel suo archivio, l’architetto-fotografo ha immagazzinato e catalogato decine di migliaia di foto: quelle relative agli animali, le ha scattate in Africa e soprattutto in Tanzania, ricca di riserve naturali dove gli animali vivono liberi, molto più raramente negli zoo, eccezion fatta per quello straordinario di Singapore; per ciò che riguarda la vegetazione, le foto provengono dall’Asia e dall’Africa, dove l’artista ha molto viaggiato e molto fotografato la vegetazione tropicale, in quanto è da anni convinto che, nel mondo che verrà, essa invaderà le zone oggi temperate, a causa del riscaldamento climatico. D’altronde, come spiega Morin-Eitner, ciò che è sorprende è che, sovente, si ritrova la stessa vegetazione nelle foreste di continenti diversificati: esistono differenti tipi di ficus, palme o banani, ma, spesso, ci sono delle sottospecie che s’assomigliano strettamente.

Londra, giungla al sole nascente
Londra, giungla al sole nascente

www.morin-eitner.com

Testo/Olivia Cremascoli – Foto/courtesy the artist – Foto d’apertura – Roma, piazza San Pietro in Vaticano

Print Friendly, PDF & Email
cultura

Article by Olivia Cremascoli

Previous StorySulle strade dell’Oregon
Next StoryBorgo San Gaetano di Bernalda (MT), destinazione ideale tra storia, natura e relax

Related Articles:

  • APERTURA
    Sulle orme delle famiglie nobili italiane in Repubblica Ceca
  • APERTURA
    La Primavera da Vienna arriva a Trieste con i Wiener Symphoniker

caterorie

  • ATTUALITA’ (82)
  • BENESSERE (69)
  • CULTURA (86)
  • ENOGASTRONOMIA (255)
  • EUROPA (59)
  • EVENTI (303)
  • ITALIA (85)
  • LIBRI (34)
  • MONDO (77)
  • MOSTRE (88)
  • NATURA/SCIENZA (65)
  • NEWS (122)
  • OSPITALITÀ (128)
  • REPORTAGE (73)
  • STORIA-STORIE (71)
  • TOUR OPERATOR (100)
  • TRASPORTI (46)
  • TURISMO (332)
  • Uncategorized (1)

cerca

archivi

facebook

facebook

instagram

instagram

registro della stampa

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano N°85 del 21 febbraio 2017

Direttore Editoriale
Anna Maria Arnesano
Via California 3
20144 Milano
am.arnesano@gmail.com
info@terreincognitemagazine.it

Direttore Responsabile
Anna Maria Arnesano
Co fondatore Giulio Badini
Via California 3
20144 Milano
arnesano1@interfree.it

Le immagini a corredo dei testi vengono a volte tratte da internet e da Google Immagini, i quali non sempre indicano correttamente i nomi degli autori o la presenza di copyright.
Qualora inavvertitamente avessimo inserito immagini violando dei diritti, preghiamo i diretti interessati di volercelo segnalare. A richiesta provvederemo a rimuovere subito l’immagine incriminata, oppure ad indicarne la corretta attribuzione. Grazie

latest posts

  • Eventi Nomadi, alla scoperta di storie, mondi, persone e culture maggio 12, 2025
  • Artistica Bruxelles maggio 9, 2025
  • Gourmet sull’altopiano del Renon e alle fermate del trenino maggio 7, 2025
  • Friuli Venezia Giulia, Via dei Sapori, 25 anni d’impegno e successi maggio 5, 2025
  • Olanda, un tesoro verde nel Cuore dei Paesi Bassi maggio 2, 2025

tags

anogastronomia attualità attuslità benessere cultura enogartronomia enogastronomia enogastronomia. italia enogatronomia enogatsronomia enpgastronomia europa eventi evento italia libri mondo mostre natura natura-scienza natura-storie natura/scienza news news. enogastronomia ogastronomia ospialità ospitalità ospitalià ospitaltà reportage repotage scienza storia storia-storie storia/storie tour operato tour operator tour operator. turismo trasport trasporti Ttualità turismo

libro

libro

Terre incognite: geografia per viaggiatori curiosi

Copyright © 2016-2017 Terreincognite Magazine, Tutti diritti riservati.