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Homepage > REPORTAGE > Croazia, da Zara a Traù alla scoperta di luoghi da visitare in autunno
ottobre 20, 2025  |  By Maurizio Ceccaioni In REPORTAGE

Croazia, da Zara a Traù alla scoperta di luoghi da visitare in autunno

1-Apertura

Prosegue il nostro itinerario alla scoperta di una Croazia da vivere in modo diverso dall’estate. Il periodo autunnale è quello del cambiamento sia a livello animale sia vegetale e in questa stagione è un piacere per gli occhi e la mente guardare come la natura cambi aspetto, riempiendosi di mille colori. Per questo dopo aver visitato Zara e Zagabria, si potrebbero percorrere circa 140 km sull’autostrada A1 e statale D1 (ma in direzioni opposte) per andare a vistare il Parco nazionale dei Laghi di Plitvice nella Croazia centrale, al confine con la Bosnia-Erzegovina, dal 1979 patrimonio mondiale Unesco. Fondato nel 1949, è il parco nazionale più antico, più esteso e più frequentato della Croazia, specie ad aprile e maggio, ma anche i mesi di settembre e ottobre sono tra i più gettonati dai visitatori.

Parco nazionale Laghi di Plitvice (Ph. Gioia Ceccaioni)
Parco Nazionale Laghi di Plitvice (Ph. Gioia Ceccaioni)

Si trova in una zona montuosa di origine carsica vasta 295 km², caratterizzata da una serie di sedici laghi disposti a cascata, un canyon calcareo e decine di terrazzamenti in travertino con relative cascate, di cui la principale è la Veliki Slap, con un salto di 78 metri. Ad alimentare questo sistema idraulico è il fiume Korana che a monte del suo corso intercetta le acque dei fiumi Bijela Rijeka (Fiume Bianco) e Crna Rijeka (Fiume Nero). Il parco è visitabile a piedi attraverso percorsi escursionistici con ponti in legno e passarelle panoramiche che si estendono attorno ai laghi. Tuttavia c’è anche una barca elettrica che collega i dodici laghi superiori e i quattro inferiori. La gamma di colori delle loro acque li contraddistingue, con tonalità che vanno dal blu intenso al verde passando per l’azzurro e il grigio. Sfumature di colore che cambiano in funzione delle quantità e differenza dei minerali disciolti, dei microrganismi presenti e dell’angolo d’inclinazione della luce solare; ma principalmente del processo dinamico svolto dalle microalghe nell’interazione tra il carbonato di calcio e la vegetazione presente.

Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice (Ph. Luka Esenko)
Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice (Ph. Luka Esenko)

In Croazia ci sono 1.246 isole, isolotti e scogli e 150 di queste si trovano nell’arcipelago delle Isole Incoronate (Kornati), il più grande della Croazia che si trova a circa 40 km a sud di Zara. Istituito nel 1980, questo Parco nazionale ne conta ottantanove e tutte di origine carsica. La superficie totale occupata dal Parco è di 216 km2 e Incoronata (Kornat), l’isola principale, ne occupa da sola oltre il 60%. A detta di molti viaggiatori, questo è uno dei paesaggi marini più affascinanti del Mediterraneo e una meta ideale per velisti, sub, chi fa snorkeling o pratico il trekking. Oltre ai numerosi sentieri escursionistici da percorrere, tra le cose da vedere a Incoronata ci sono la Fortezza Tureta, di epoca bizantina e la piccola chiesa medievale della Madonna di Tarac, costruita sui resti di una basilica paleocristiana. È molto amata da pescatori e agricoltori, che la prima domenica di luglio la festeggiano portandola in processione con le barche per concludere la festa con una cerimonia religiosa e la benedizione dei presenti. Tra gli altri punti di riferimento per i visitatori ci sono Peschiera (Piškera), Mana con le sue scogliere a picco sul mare, Sit e Zut, Lavernata (Levrnaka) e Scillo (Šilo Velo), molto apprezzate per i loro fondali dai subacquei. Da Zara partono diversi tour giornalieri per le Isole del Parco e c’è anche un traghetto: qui per info.

Vista aerea arcipelago isole Kornati (Ph. Boris Kacan)
Vista aerea arcipelago isole Kornati (Ph. Boris Kacan)

Sebenico (Šibenik), una delle città più belle della Dalmazia e capoluogo della Regione di Sebenico e Tenin, si trova a circa 30 km dal Parco delle Incoronate e a circa 80 km da Spalato (Split). Ma questa è anche la più antica città fondata dai croati sull’Adriatico (XI sec.) e sotto la Repubblica di Venezia (XV e il XVIII sec.) divenne una città fortificata protetta da terra e da mare. Stante i continui scontri tra la Serenissima e l’Impero Ottomano (XVI – XVII sec.), le possenti mura del XV secolo furono affiancate da quattro fortezze costruite in epoche diverse. Il primo baluardo contro le incursioni navali nemiche era la fortezza di San Nicola (XVI sec.), realizzata dai veneziani sull’isola di Ljuljevac nel Canale di Sant’Antonio, che è l’accesso diretto alla città dal mare. Assieme al sistema difensivo di Zara, la Fortezza di San Nicola è patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, nell’ambito delle “opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo”.

Fortezza S.Nicola-Canale S.Antonio (www.kanal-svetog-ante.com)
Fortezza S.Nicola-Canale S.Antonio (www.kanal-svetog-ante.com)

La fortezza di San Michele (XIII-XVII sec.) è la più antica e importante della città e domina il centro storico di Sebenico da un’altezza di circa 70 metri. Probabilmente questo nome gli fu dato ricordando la narrazione biblica, per la quale l’arcangelo Michele guidò l’esercito di Dio in una battaglia per la fede contro Satana e i demoni, dove questi ultimi erano evidentemente gli Ottomani. Una figura così importante che l’immagine dell’Arcangelo è impressa anche nello stemma della città. Oggi la fortezza è diventata un importante centro culturale e in estate vi si tengono concerti ed eventi all’aperto nel cortile, dove dal 2014 è stato realizzato un anfiteatro. Anche la fortezza Barone (XVII sec.) oggi è diventata un centro culturale all’avanguardia, dove la storia si rivede con moderne tecnologie. Dai suoi 80 metri s.l.m. il visitatore può godere di una vista panoramica sulla città e sul Canale di Sant’Antonio che le sta di fronte.

Cattedrale di San Nicola (www.sibenik-tourism.hr)
Cattedrale di San Nicola (www.sibenik-tourism.hr)

La fortezza San Giovanni (XVII sec.), chiamata amichevolmente Tanaja (tenaglia), fu costruita in breve tempo a metà 1646 nel punto più alto di Sebenico durante la “Quinta guerra turco-veneziana” (o Guerra di Candia), combattuta dai veneziani e i loro alleati contro l’Impero Ottomano. Ristrutturata nel 2022 oggi ospita un “Educational Campus” con workshop ed eventi. Anche da lassù si può vedere un panorama eccezionale, sia sulla città che sull’arcipelago. Sebenico ha però un altro posto militare “segreto” da visitare: si tratta di un tunnel marino realizzato durante la Seconda Guerra Mondiale dai tedeschi, trasformato in sito turistico visitabile con escursioni in barca. Fu costruito per permettere a sommergibili e piccole imbarcazioni tedesche di accedere al porto via mare senza incappare nelle mine navali alleate. È soprannominato “Occhi di Hitler”, perché le due aperture del tunnel, a forma di U, viste dalla riva opposta ricordano appunto due occhi. Ai turisti che partecipano a tour organizzati dalle agenzie per visitare la Fortezza di San Nicola, viene fatta fare una breve sosta per conoscere questo tunnel che sta a metà strada tra la città e l’isola di Ljuljevac.

Caratteristica strada del centro storico (Ph. Julien Duval)
Caratteristica strada del centro storico (Ph. Julien Duval)

Passeggiando per le caratteristiche vie del centro, si possono incontrare antiche testimonianze del passato, come il complesso conventuale di San Francesco (XVI sec.), che oltre all’antica biblioteca, ospita nell’omonimo museo una preziosa collezione di manoscritti, tra cui la “Preghiera di Sebenico” (1375).  Si tratta di una delle più antiche testimonianze letterarie tradotte in lingua croata da un testo originario in latino.
Nella città ci sono ventiquattro chiese ma la principale è la Cattedrale di San Giacomo (XV-XVI sec.), costruita sui resti di una chiesa romanica dedicata a San Giacomo maggiore (uno dei dodici apostoli di Gesù). Unica cattedrale europea a essere costruita tutta in pietra in stile gotico-rinascimentale, dal 2000 è un sito patrimonio Unesco ed è considerata il più importante monumento architettonico del Rinascimento del Paese. Nei pressi della cattedrale si trova anche il museo archeologico-storico-culturale ed etnografico della città di Sebenico (1925) e non lontano c’è anche la porta cittadina del Cinquecento, che è da sempre l’ingresso principale nella città storica. A circa 200 metri dalla Cattedrale, nel cuore medievale di Sebenico c’è Ulica kralja Tomislava, dove al n. 10 si trova Palazzo Galbiani, in cui ha sede il Centro Interpretativo Civitas Sacra. Qui, oltre varie opere d’arte sacra, tra sculture in pietra, preziose tele antiche del periodo barocco-rinascimentale e un polittico del XV secolo attribuito al pittore Nikola Vladanov, sono esposte al pubblico le particolarità costruttive della Cattedrale, il ricco tesoro di paramenti sacri, oggetti d’arredo liturgici, reliquiari e altri oggetti provenienti dalla diocesi. Ci sono anche contenuti interattivi come videogiochi, un laboratorio per l’intaglio dei nomi su pietra e un apparecchio per scansione facciale, utilizzato per creare un dettagliato modello digitale 3D del viso di una persona. Per gli amanti della toponomastica, come per la Via Magna di Zara, ai tempi della Repubblica di Venezia Ulica kralja Tomislava era chiamata “Kalelarga” (strada larga) ed era la via principale della città, collegando la porta cittadina alla Cattedrale.

Parco nazionale del fiume Cherca-cascata Skradinski buk (Ph. Gioia Ceccaioni)
Parco nazionale del fiume Cherca-cascata Skradinski buk (Ph. Gioia Ceccaioni)

Sempre nella Dalmazia centrale, a venti minuti d’auto da Sebenico c’è il Parco nazionale del fiume Cherca (Krka), raggiungibile in auto con l’autostrada E65/E71da Spalato (83 km) o da Zara (77 km). Quest’area naturale protetta di 111 km² di superficie è visitabile sia a piedi sia in bicicletta o in barca, grazie ai suoi 388 km di percorsi ciclabili e 47 km di sentieri escursionistici. Ci sono più di mille specie vegetali, tra cui l’iris o “perunika”, il fiore nazionale croato, ma tra tanto verde non potevano mancare i volatili e sono oltre 200 le specie che vi nidificano o transitano, per il piacere di ornitologi e fotografi naturalisti.
Non dimentichiamoci però da cosa si origina il nome di quest’area naturale protetta: il Cherca, che con una portata media di 50 m³/s è uno dei fiumi carsici più belli e importanti della Croazia. Nasce ai piedi del monte Dinara (o Sinjal), presso Tenin (Knin) e sfocia in mare presso Sebenico. Con i suoi 1831 metri s.l.m. questo monte è la vetta più alta della Croazia e si trova nella catena montuosa delle Alpi Dinariche, al confine tra Croazia e Bosnia-Erzegovina. Tra i corsi d’acqua più lunghi del Paese, questo fiume è famoso per l’omonimo parco fluviale, con un sistema di 7 cascate create dalle acque ricche di minerali calcarei, che lungo il suo corso di 73 km hanno dato vita nei millenni a rocce di bianco travertino, con scenari particolarmente suggestivi. L’ingresso principale e più facilmente raggiungibile è quello di Lozovac, a circa 13 km da Sebenico, ma ce ne sono anche altri, come quelli di Skradin, Cascata Roški slap/Laškovica, Burnum/Puljane e Monastero di Kistanje/Krka.

Flora e fauna acquatica nel fiume Cherca (Ph. Gioia Ceccaioni)
Flora e fauna acquatica nel fiume Cherca (Ph. Gioia Ceccaioni)

La cascata Bilušić è la prima che s’incontra ad appena 16 km dalla sorgente ha un salto di 22 metri e un fronte di 106; dopo altri 3 km c’è la Brljan (o Ćorić), con salto di 15,5 metri. Lo spettacolo vero inizia circa 500 metri dopo con le cascate Manojlovac, che con i loro 60 metri di salto su più livelli sono le più alte e tra le più spettacolari del fiume. Per chi fosse interessato, a poche centinaia di metri dalle cascate si trova anche il sito archeologico di Burnum, con i resti dell’accampamento militare romano (castrum), costruito probabilmente della Legio XI Claudia circa nel IX secolo d.C. e l’anfiteatro, che poteva ospitare fino a 8mila spettatori. Mille metri dopo s’incontra Rošnjak, la cascata con il salto più piccolo (8,4 m), ma dopo viene la cascata Miljacka, formata da vari gradini di travertino di cui tre principali e un’altezza totale di circa 24 metri.

Cascata Roški slap (Ph. Zoran Jelaca)
Cascata Roški slap (Ph. Zoran Jelaca)

La cascata principale è però la Roški, formata da altre piccole cascate, isolotti e rapide e si estende su un fronte di circa 650 metri con un salto totale di 22,5 metri. Da visitare anche la Grotta di Oziđana, un sito preistorico a 220 metri di altezza nel canyon sopra Roški slap, presso il villaggio di Miljevački Bogatići. Di fronte a lei c’è il lago di Visovac, che prende il nome dall’isolotto nel mezzo, su cui sorge un monastero con chiesetta e museo. Fondato nel XIV secolo da alcuni eremiti agostiniani, nel XV secolo è poi divenuto rifugio di frati francescani bosniaci sfuggiti all’occupazione ottomana.
La Skradinski è l’ultima cascata e anche la più famosa a livello turistico, grazie all’ampia rete di sentieri e ponti di legno realizzati per ammirarla da vicino oltre che in barca. In totale il tratto interessato è di 800 metri di lunghezza, con una serie di diciassette salti e piscine naturali che portano a circa 46 metri il salto totale. Il Parco Nazionale del Cherca riceve la media di circa un milione di visitatori all’anno, con l’affluenza massima in alta stagione. Per chi non si muovesse in automobile, ci sono autobus per il parco da Zara e Spalato, con arrivo all’ingresso di Skradin, ma molte agenzie turistiche organizzano appositamente tour per i visitatori.

 Lago e monastero di Visovac (www.croatia.hr)
Lago e monastero di Visovac (www.croatia.hr)

Il fiume Cherca non è però fondamentale per l’economia della Regione solo a livello turistico, ma anche per la produzione di energia elettrica, grazie alle sue centrali idroelettriche come quella di Golubić, impianto tra i più importanti della Regione. Oltre a questa ci sono quelle di Krčić, Miljacka e Roški Slap, ma un posto nella storia lo dobbiamo lasciare all’ex centrale idroelettrica Jaruga (1884) a valle dell’omonima cascata. Fu tra le prime ad essere realizzate in Europa e a sfruttare i sistemi di generazione e distribuzione dell’energia elettrica in corrente alternata sviluppati e brevettati da Nikola Tesla. L’energia elettrica arrivò poi a Sebenico il 29 agosto 1895 con l’attivazione del servizio d’illuminazione pubblica e quest’anno è stato festeggiato il suo 130 anniversario con lo spettacolare evento Light is Life. Oggi questa ex centrale idroelettrica è diventata un importante complesso di archeologia industriale e il suo interno, con la sala macchine e le varie apparecchiature, è diventato un museo per spiegare ai visitatori come nasce l’energia elettrica.

Centrale Jaruga (Wikimedia Commons-GNU Free Documentation License)
Centrale Jaruga (Wikimedia Commons-GNU Free Documentation License)

Riprendendo la strada verso il sud della Dalmazia, lungo la costa fra Spalato e Sebenico c’è una fermata d’obbligo da fare: Traù (Trogir), città dalla storia millenaria e patrimonio Unesco dal dicembre 1997. Fu fondata con il nome di Tragurion da coloni greci originari della colonia di Siracusa arrivati da Issa (Vis) nel IV-III secolo a.C. e con i Romani, dal X secolo divenne un importante porto commerciale, poi sfruttato in particolare dalla Repubblica di Venezia dal XV al XVIII secolo. Il nucleo originario di Trogir, la città vecchia, si trova su un isolotto separato dalla terraferma da un piccolo canale di meno di 20 metri di larghezza attraversato da una passarella pedonale e un vecchio ponte in pietra. Invece il canale di Trogir (Trogirski kanal) che separa il nucleo storico dalla vicina isola di Bua (Čiovo), nella parte più stretta vicino al ponte girevole misura meno di cento metri di larghezza e collega la Baia dei Castelli a est con quella di Traù a ovest, dove si trova anche il porto principale.

Vista canale Trogir e città vecchia (Ph. M.Ceccaioni)
Vista canale Trogir e città vecchia (Ph. M.Ceccaioni)

Ormai delle mura cittadine della città vecchia è rimasto solo un breve tratto sulla sponda sud del lungomare con il campanile del monastero di S. Lorenzo e i palazzi che si affacciano sul canale. Ma sul lato ovest, all’imbocco dei due canali ci sono due fortificazioni risalenti al XV secolo. Si tratta della torre di S. Marco a nord e del castello del Kamerlengo a sud, che prese il nome dal titolo dato al dignitario locale che curava le finanza della Serenissima. Durante i mesi estivi vi si svolgono spettacoli musicali, rappresentazioni teatrali ed eventi culturali. Attaccato ai due manufatti patrimonio mondiale Unesco c’è lo Stadio Igralište Batarija, campo di calcio dell’Hrvatski Nogometni Klub Slaven Trogir (o semplicemente Slaven Trogir), società fondata nel 1911 che milita nel massimo campionato croato. Il suo nome deriva da Slavenski Apostoli (Apostoli degli Slavi) in riferimento ai santi Cirillo e Metodio che nel IX secolo contribuirono all’evangelizzazione dei popoli slavi.

Piazza Duomo e Cattedrale di S. Lorenzo (Ph. M. Ceccaioni)
Piazza Duomo e Cattedrale di S. Lorenzo (Ph. M. Ceccaioni)

Dalla parte opposta dell’isolotto si trova l’ex cattedrale di San Lorenzo (XIII-XV sec.), dal cui campanile si può osservare a 360° il panorama circostante. Costruita su una preesistente basilica paleocristiana distrutta durante il sacco dei pirati Saraceni nel 1123, è un importante esempio d’integrazione tra più stili (romanico, gotico e rinascimentale). A livello artistico è conosciuta in particolare per il cosiddetto Portale di Radovan, accesso principale alla cattedrale e tesoro culturale della Croazia. Una pregevole opera scultorea in stile romanico-gotico, realizzata nel 1240 dal maestro Radovan, scultore e architetto dalmata. Ma quella che è considerata il massimo capolavoro artistico del Primo Rinascimento dalmata è la Cappella del beato Giovanni Orsini (fine XV e inizio XVI sec), dove nel sarcofago sull’altare sono custodite le spoglie mortali del primo vescovo e santo patrono di Traù, morto il 14 novembre 1111, giorno in cui ricorre la festa cittadina, con celebrazioni che durano più giorni.

S.Lorenzo, Cappella del beato Giovanni Orsini (Ph. M.Ceccaioni)
S.Lorenzo, Cappella del beato Giovanni Orsini (Ph. M.Ceccaioni)

Costruita in pietra calcarea locale grazie alla collaborazione di artisti come Niccolò di Giovanni Fiorentino, Ivan Duknović (Giovanni Duca), Andrea Alessi e Giovanni Dalmata (Ivan Duknovic), la Cappella del beato Giovanni Orsini ha una volta a botte decorata con riquadri artistici e arricchita, tra l’altro, dalle statue dei dodici apostoli quasi a grandezza naturale e altre quattro, tra cui quella Cristo. Di San Lorenzo ne parliamo come ex cattedrale perché con una bolla pontificia, nel 1828 fu soppressa la diocesi di Traù, accorpandola a quella di Spalato, ma per gli abitanti di Trogir (trogirani) rimane sempre e solo la loro cattedrale.
La piazza centrale di Traù, già Piazza Duomo, è dedicata a S. Giovanni Paolo II e oltre alla cattedrale vi si affacciano il Municipio e la piccola chiesa di San Sebastiano del XV secolo. Realizzata sulla preesistente chiesa di Santa Maria della Piazza (IX sec.), di cui si vedono ancora alcune colonne del portico.

Il memoriale a San Sebastiano (Ph M.Ceccaioni)
Il memoriale a San Sebastiano (Ph M.Ceccaioni)

La porta d’ingresso è alla base del campanile e sopra l’architrave c’è la statua del Santo sormontata da quella di Gesù. Sulla bassa torre campanaria c’è un grosso orologio e la campana all’interno batte le ore. Questa piccola chiesa è stata scelta anche per realizzare al suo interno un memoriale dedicato al ricordo dei quaranta cittadini di Traù, Seget, Marina e Okrug, che hanno perso la vita per l’indipendenza del loro Paese dalla Jugoslavia, durante la guerra del 1991-95. Passato il ponte girevole sul canale di Trogir c’è Bua (Čiovo), isola di circa 29 km2 che con le isole di Zirona Grande e Zirona Piccola fa parte dell’arcipelago di Traù. Isola abitata già dalla preistoria, fu anch’essa rifugio di fuggitivi dai Turchi durante il XV e XVI secolo. Le località balneari sono famose per le loro spiagge tranquille e i principali villaggi sono Okrug Gornji e Okrug Donji ad ovest, Arbanija a nord e Slatine a nord-est. Poi ci sono anche località minori come Mastrinka a nord, Bušinci e Mavarštica a sud.
Per saperne di più: Croazia/informazioni turistiche

Una cartolina da Traù (Ph. M.Ceccaioni)
Una cartolina da Traù (Ph. M.Ceccaioni)

Testo/Maurizio Ceccaioni – Foto Maurizio Ceccaioni e Gioia Ceccaioni – Foto d’apertura: Particolare di Sebenico di notte (www.sibenik-tourism.hr)
Altre foto ricavate dai siti istituzionali o dell’Ente nazionale per il turismo Croato.


 

 

 

 

 

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